Il Duca si sollazza segnalando due nuove fanfic dedicate alla sua ducale persona.
La prima fanfic è il secondo pezzo del racconto di “???” iniziato tre mesi fa, scritto sempre nell’ambito degli esercizi proposti da Gamberetta (prima erano “descrizioni” e ora “dialoghi”). Come esercizio in sé sull’uso del conflitto nei dialoghi eccetera poteva essere migliore, ma come fanfic sul Duca è molto carina. ^_^
La seconda fanfic è una parodia a opera di Taotor, la prima di una serie dedicata a vari blogger: molto carina, ma il problema (come notato anche da Taotor) è che il Duca è già la parodia di sé stesso per cui più che una parodia vi sembrerà davvero di leggere un mio articolo. ^_^
Se non volete seguire i link per il racconto, qui potete trovare
il primo pezzo della fanfic ▼
Giro l’angolo e percorro via Garibaldi. In fondo alla strada vedo un tizio vestito da coniglio gigante uscire dalla galleria che porta in via Roma.
Sfigato! penso, lisciandomi la barba. Se spera di far colpo sui giudici con un costume così banale sta manzo.
Faccio scorrere lo sguardo sulla divisa e poso la mano sul pomo della sciabola d’ordinanza che mi pende dal fianco.
Sono impeccabile. Originale. Ho un irresistibile fascino retrò. Vincere la gara sarà una passeggiata!
A metà via un odore famigliare cattura la mia attenzione. E’ un profumo agrodolce di umori corporali e calore da sfregamento.
Chiudo gli occhi e inspiro a fondo.
Santo Quattro! penso. Questo è odore di mutandine!
Riapro gli occhi di scatto. Mi ritrovo in paradiso.
Seduta sulle scale di un palazzo malconcio vedo una Gothic Lolita. Calze rosa, gonna di pizzo, corsetto nero e una piccola tuba sulla testa. Ha perfino i capelli blu! Come Nihal!
Sto per svenire dall’emozione. A stento mi trattengo dal saltarle addosso, quando noto che con la sinistra stringe un G3A3. Dal calcio un adesivo a forma di coniglietto rosa mi sorride.
Coniglietto.
Rosa.
Rischio davvero d’imbrattarmi la divisa.
Ok, stai calmo penso. Sembra molto giovane. Bisogna giocarsela bene!
Mi avvicino.
“Bel costume.” dico “Dove l’hai trovato il fucile? E’ molto carino.”
Lei si sistema un guanto con i denti e poi mi guarda. Ha gli occhi grandi, rossi.
“Grazie!” mi dice, sorridendo “Non sai che fatica ho fatto a mettere tutto assieme. Prima volevo vestirmi da fatina cocainomane, ma mi è sembrata un’idea troppo banale. Cosi sono ripiegata sul look Gothloli. Il fucile non é vero: è la replica di un HK33.”
Scuoto la testa. “No, guarda che ti sbagli.”
“Come? Che vuoi dire?”
“Sì, ehm, posso?” Le prendo il fucile. “Vedi il caricatore? E’ dritto. Questo qui è un G3A3. L’HK33 ha il caricatore curvo in avanti. ”
“Davvero?”
“Sì, sì!” ribatto, annuendo. “Ma non ti preoccupare è un errore comprensibile. Sono fucili molto simili.”
Le ripasso il fucile, ma le scivola la presa. Il G3A3 cade sulla borsetta e quella si rovescia sulle scale: due coniglietti rosa e una mela rotolano giù per i gradini.
Lei sbuffa. “Ma… cazzo” Raccoglie tutto e lo rimette in borsa.
“Senti” le dico ”A casa ho dei manuali di artiglieria. Se ti va dopo la gara posso mostrarteli”
Lei mi studia un attimo.
Speriamo se la beva.
“Be’ grazie, sei gentile. Verrei molto volentieri, se posso.”
“Ma certo che puoi! Così già che ci siamo ti mostro i miei coniglietti”
“Hai dei conigli? Anch’io! Ne ho due: Batuffolo e Fiocco di Neve. I tuoi come si chiamano?”
Le porgo la mano e l’aiuto a mettersi in piedi.
“Be’, c’è Napoleone III, Bismarck, Carlo V e poi il mio preferito: Tamer l’ano.”
Facciamo due passi e lei si sbatte una mano in fronte.
“Ma che scema che sono. Non mi sono nemmeno presentata. Mi chiamo Licia e tu?”
“Duca. Puoi chiamarmi Duca.”
e
il secondo pezzo della fanfic ▼
Giriamo l’angolo e avanziamo a braccetto verso la piazza. La via è invasa da tizi vestiti da conigli: ce ne saranno almeno una dozzina.
Licia lascia il braccio e mi sorride.
«Hai visto? Forse c’è un carro dedicato ai conigli!»
«Già.»
Appena gli passiamo accanto due dei lagomorfi mi afferrano le braccia.
Provo a liberarmi. Invano.
«Ehi che scherzi fate? Lasciatemi andare!»
Un pugno morbidoso mi raggiunge allo stomaco e cado a terra. Per qualche istante non riesco a respirare.
Che cazzo sta succedendo? Chi sono questi sfigati?
Quando rialzo il volto Licia sta imbevendo un fazzoletto rosa col liquido incolore di una boccetta.
Un terzo coniglio mi punta il G3GA al volto.
Licia mi avvicina il fazzoletto alla faccia.
«Sta tranquillo. Non ti succederà niente.».
Jesus Onofago! Sono nella merda.
Uno sparo graffia l’aria. Vengo investito al volto da uno spruzzo di sangue.
Licia cade a terra all’indietro, la testa spappolata. I conigli che mi bloccano si distraggono, allentano la presa alle braccia.
E’ il mio momento: chino la testa e scatto in avanti. La punta del pickelhaube affonda nel petto del coniglio col G3GA e il lagomorfo cade al suolo. Mi ci getto anch’io: raccolgo il fucile, mi giro sulla schiena e tiro il grilletto a ripetizione. Tre colpi raggiungono i conigli che mi avevano immobilizzato alle cosce e al torace.
Non hanno neanche avuto il tempo per cagarsi addosso: n00bs!
Mi rialzo in piedi e scappo da dove ero venuto correndo a zig zag. Sento grida, ma nessuno sparo: gli altri conigli non dovevano essere armati.
Ripercorro via Garibaldi e mi infilo in una stradina laterale. Mi spingo fino a metà della lunghezza quando sulla destra mi appare il vecchio asilo Nardi.
Scavalco le inferriate ed entro. L’edificio è in rovina: grosse macchie d’umidità si allargano sulle pareti ingiallite e dal soffitto penzolano fasci di cavi elettrici coi rivestimenti rosicchiati dai topi. Due dita di polvere ricoprono il pavimento cosparso di calcinacci.
Seguo il corridoio fino a un incrocio, giro l’angolo e mi inginocchio. Mentre riprendo fiato stacco il caricatore e conto le munizioni. Solo quindici. Cazzo mi sono spaventato come un idiota. Adesso devo stare calmo, sparare solo a colpo sicuro.
Rumore di passi. Vengono da destra. Un dolce odore di mutandine mi solletica il naso.
Riattacco il caricatore e punto il fucile.
In fondo al corridoio vedo una Gothloli. Licia? No, è un’altra ragazza. E non è nemmeno una Gothloli. Indossa una specie di divisa militare: camicia bianca, abito corto nero e una cravatta rossa.
In testa porta il berretto di un qualche reggimento. Nella mano destra stringe un mazzo di rose.
Rose?
Ma che cazzo sta succedendo oggi?
Mi alzo in piedi, il G3GA puntato sul suo bel faccino pallido.
«Ferma lì! Chi sei?»
La ragazza obbedisce.
«Mi chiamo Stoya. Sono qui per aiutarti.»
Sputo per terra.
«Si, certo, aiutarmi. Che vuoi fare: provare a narcotizzarmi come ha fatto quell’altra?»
«No, non e così.» Stoya fa un passo avanti.
«Ferma lì, ho detto!»
Obbedisce di nuovo.
«Ti prego, devi credermi.»
«Mi spiace, cara, ma oggi è meglio se non mi fido di nessuno. Sai com’è, hanno appena tentato di sequestrarmi.»
«Lo so. Sono stata io a salvarti.»
La presa sul fucile vacilla.
«Come?»
«Sì, il colpo che ha steso Licia l’ho sparato io. Ho usato un fucile da cecchino. E’ ancora sul tetto.»
Il corridoio sprofonda nel silenzio.
Già, il colpo di fucile. Qualcuno deve pur averlo sparato. Che la ragazza dica il vero?
Scuoto la testa.
«Senti, Stoya, se davvero vuoi aiutarmi, dimmi che cazzo sta succedendo! Chi sono quei conigli la fuori? E perché mi volevano rapire?»
Stoya abbassa lo sguardo. Sospira. Forse non vuole parlare, ma perché?
«E’ giusto. Non posso chiederti di fidarti se non conosci tutta la storia.» Rialza il volto e mi guarda. Ha gli occhi lucidi. «I conigli gli manda l’EDITORE. Non ti devono uccidere. Hanno l’ordine di catturarti vivo.»
«L’EDITORE? Cos’è uno scherzo?»
«No, l’EDITORE ti segue da anni. Ti conosce bene. E ti odia!»
Tentenno. Per un attimo abbasso il fucile.
«E’ per il mio sito?»
Stoya annuisce.
«Sì, il cervello positronico dell’EDITORE dice che in futuro il tuo sito influenzerà negativamente il mercato. Darà vita a un trend che l’ Editoria Mainstream non può gestire.»
Un trend? Che tipo di trend? Ancora mezzo confuso penso agli argomenti di cui scrivo online. Scelgo i più importanti.
«Diffusione degli ebook reader? Distribuzione online gratuita?»
Stoya scuote la testa.
«No, non quello…» Il volto le diventa rosso di colpo. «E’ il pornofantasy.»
La notizia mi colpisce come uno schiaffo. Non riesco a capire. Che peso può avere il pornofantasy? Per un attimo dubito delle ducali capacità connettive. Poi tutto si fa chiaro. Alzo gli occhi al soffitto e lo sguardo si perde nel vuoto.
«Ma certo! Il pornofantasy avvicina ai libri un’utenza che prima era impensabile attirare. Immagina: le masse di nerd che giocano a DnD™ o a Magic™; gli sfigati brufolosi tutti Metal e Hentai o gli appassionati di Elfe Futanari. E non solo: se la voce si sparge arriveranno anche i maiali che di solito non leggono, quelli che passano le giornate online attaccati ai pornotube. Si creerà una nicchia abbastanza potente da minare le fondamenta della Mafia Editoriale. Sì, cazzo, sì! Come ho fatto a non pensarci prima? Tette e culo. Culo e tette: tutto vende di più!»
Riabbasso gli occhi. Stoya si sta esibendo in un perfetto facepalm. No, non è un facepalm, sta solo nascondendo il volto. La capisco, poverina: giovane com’è parlare di porno non deve metterla a proprio agio.
Mi schiarisco la voce.
«E tu? Che c’entri con tutto questo?»
Stoya si toglie le mani dalla faccia. Lo sguardo resta fisso sul pavimento.
«Sono qui per te. L’EDITORE conosce i tuoi punti deboli e ha addestrato una serie di ragazze per prenderti in contropiede. Io ero una di loro. Mi hanno detto come vestirmi e di cosa parlare. Mi hanno fatto studiare armi, armature e la storia militare mondiale dalle origini a oggi. Jesus Onofago, mi hanno fatto anche imparare la definizione di “Oplologia”. Ero una delle ragazze coi punteggi più alti, ma poi qualcosa è andato storto…»
Sollevo di nuovo il fucile e glielo punto addosso.
«Sì? E cosa?»
«Ecco, io…» Stoya abbassa tutta la testa. Stringe il mazzo di rose a due mani e stende le braccia in avanti «Io sono diventata una tua fan!!1!11!!!!!!!1!!!»
Per la parodia scritta da Taotor invece dovete andare sul suo sito. ^_^
A furia di guardare nell’ano potresti precipitarci dentro. Quel giorno un coniglio potrebbe soccorrerti. O magari no. |
E per concludere… mutandine!
Sto seguendo un anime del 2009, Sora no Otoshimono. Ultimamente non stavo guardando granché, data la delusione con le serie che avevo provato nei mesi scorsi, ma dopo aver visto Bakemonogatari ho deciso di fare un tentativo con un paio di anime a cui non avevo ancora dato una possibilità.
Perché Sora no Otoshimono? Unicamente per l’aspetto di uno dei personaggi principali: un’aliena-angelo con i capelli rosa, gli occhi verdi e splendide tettone. Un motivo di notevole spessore intellettuale, come sempre. ^_^
Il primi episodio non era granché, ma il secondo mi ha riservato una piacevolissima sorpresa, a livello di quella dell’episodio 7 (Nice ‘n Breezy) di Strike Witches: era tutto dedicato alle mutandine!
Il protagonista, dotato di un mezzo capace di esaudire i desideri, esprime per errore il desiderio che la sua amica d’infanzia indossi mutandine più “carine”: da quel momento la ragazza non riesce a indossare nessun paio di mutandine, perché arrivate a metà coscia tutte si animano e volano via come uccelli! Nessuna è abbastanza in linea coi desideri del protagonista!
Alla fine la situazione si risolve, ma la sigla finale è spettacolare:
stormi di mutandine volano sul mondo! CA-PO-LA-VO-RO!
[flv:Sora_no_Otoshimono_ep_2_ED_theme_Misaki_Meguri.flv Sora_no_Otoshimono_ep_2_ED_theme_Misaki_Meguri.jpg 570 319] |
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Bella la sigla, peccato non si vedano anche le tettone.
I giapponesi sono i migliori: hanno ottime idee, inventiva, fantasia, capacità di rielaborare idee passate in qualcosa di meglio (senza denunciarsi a vicenda, perlomeno nei confini nazionali) e tanti fetish.
Mutandine, costumi da domestica, orecchie da gatto, ragazze veicolo militare (mecha musume), ogni cosa che una persona sana di mente vorrebbe.
Lo stesso concetto di Bishoujo potrebbe migliorare la nostra cultura. Dovremmo cacciare quel manipolo di parassiti che bivaccano nel Parlamento e sostituirlo con una selezione di giovani ragazze moe (in costume da scolaretta o altro): non potrebbero certo legiferare peggio e mi piacerebbero molto di più.
Incredibile che delle scimmie gialle abbiano prodotto cose tanto straordinarie che i virili ariani non sono stati capaci di produrre per primi...
Grazie per la segnalazione! ^_^
LOL!
a 0:10 per un' attimo la mutandina in primo piano mi è sembrata bollata da una imperiale sgommata
e mi sono detto -vaccadi! anvedi sti giapponesi luridoni-
poi invece ho capito che era solo un'animaletto marrone e mi è dispiaciuto un pò (una grassa strisciata generata da una teenager kawaai sarebbe una cosa davvero inedita)
mutandine supersoniche che staccano un blackbird è un gran finale
Sbaglio o un po' di tempo fa il governo giapponese aveva istituito una specie di "delegazione", costituita da tre-quattro ragazze simbolo della cultura nipponica (inclusa Bish?jo con la divisa della scuola)?
Le Ambasciatrici del Kawaii.
Lodevole idea.
Se mai pubblicherò un libro sulle Baionette vorrò delle graziose assistenti in costume alle presentazioni. ^__^
La Fanfic è fantastica!
@ Nixen / Chiunque sia interessato.
Grazie. La storia sul Duca e nata e continuata come esercizio. Diciamo che e una Fanfic del tutto accidentale.
Sara la prima e ultima volta che scrivo una Fanfic, perche mi da un po´ l´impressione di stare barando.
E´come vendere candy bars ai bambini obesi, cocaina alle fatine e merda fresca ai coprofagi.
Piace perche piace il soggetto/l´argomento, non per (o non principalmente per) il modo in cui e scritta.
Detto questo, intendo finirla perche tutto sommato mi diverto a scriverla.
Percio grazie ancora e al prossimo esercizio/pezzo.
Saluti
P.s. Scusate l´ortografia, sto scrivendo con una tastiera TED.
XD
Grandioso
Duca, tu devi scriverci un libro! non vorrai lasciarci in sospeso con la fanfic, vero?