Disinformati e contenti: FM sullo Steampunk

IMPORTANTE!
Se volete una selezione di romanzi Steampunk e una guida introduttiva su cosa è (e non è) lo Steampunk, per farvi delle idee chiare in 10 minuti su questo genere evitando le cialtronate dei mentecatti di FantasyMagazine, leggete la Breve Introduzione allo Steampunk.

La qualità di FantasyMagazine è sempre stata bassa, ma da un po’ di tempo è diventata imbarazzante. E non mi sto riferendo al forum, che da quanto ricordo è sempre stato un covo per la cricca di subumani con la sindrome della Kapò (lollosa la guerra intestina di un anno fa, tra Merdina e Merdalupo Marina e Metalupo), ma solo al portale. Il forum da un paio di anni è leggermente migliorato, visto che il pubblico (che i capi di FM vorrebbe formato solo da scemi belanti da plagiare) in piccola parte si è svegliato e ha iniziato a valutare i libri con criteri sensati, appoggiandosi a quanto appreso da Gamberetta. Rimane comunque un trogolo di infamia.
Se anni fa, con una certa generosità, la si poteva considerare meglio che niente come punto di riferimento per gli appassionati del fantastico italiani, ormai è impossibile attribuirgli onestamente quel ruolo: FM è un portale di pseudo-recensioni a qualità zero, comunicati stampa (tra il truffaldino e il demenziale) degli editori, abbondanti leccate di culo (che tra due soggetti ormai noti sconfinano nel pompino fisico virtuale vero e proprio), segnalazione scopiazzate da siti in inglese e Disinformazione con la Grande D, quella becera che entra nel cervello e lo tramuta in orsetti gommosi al gusto di cacca.
Da FantasyMagazine a FantasyMestizia, sempre FM rimane.

FantasyMestizia vi porta ogni giorno il FAIL. Gratis!

Come mai ho deciso di prendermela di nuovo con FantasyMestizia, dopo così tanto tempo dalle ultime frecciate? Un coniglietto mi ha sussurrato di leggere con attenzione l’Approfondimento dedicato allo Steampunk, che io avevo messo da parte senza leggere. Data la modesta dimensione immaginavo che fosse una blanda introduzione al genere e credevo che scrivere grosse cazzate (quelle piccole le sopporto) in un simile articolo sarebbe stato impossibile. Mi sbagliavo. Moltissimo.
L’articolo di Cristina Donati è stato un’epifania dell’Ignoranza, un viaggio mistico nella Disinformazione, la consapevolezza ontologica del Retard: un’esperienza sensoriale paragonabile a un orgasmo senza emissione e senza piacere con un negro che mi conficca chiodi sotto le ascelle. Cristina Donati (alias Kinzica) mi ha insegnato che quel minimo di fiducia che riponevo nel genere umano, perlomeno nella sua capacità di scopiazzare informazioni senza annodarsi gli indici, era del tutto mal riposta. Grazie Kinzica: ora la vita fa un po’ più schifo.
C’è almeno un errore in ogni paragrafo di quella Cosa Immonda. Se fosse un parto fisico e non creativo, sarebbe un aborto ritardato impegnato a trascinarsi a forza di braccini deformi, con le ruote posteriori che slittano sulla bava che cola copiosa mentre lancia lamentosi richiami alla madre: “Mama Ghinziga! Mama Ghinziga! Bacino!
Curioso notare che gli approfondimenti dovrebbero essere gli articoli di punta del sito, quelli importanti che durano nel tempo, mentre qui ci troviamo di fronte a una mediocre articoletto da blog scopiazza-wikipedia, farcito di parole a caso e cazzate. Ma ormai questo è il livello di FantasyMestizia. I bei tempi in cui Delos produceva Speciali sullo Steampunk come questo, molto più serio e molto più corretto, sono ormai passati. Considerate che l’articolo su Delos 39 è stato pubblicato nel settembre del 1998, quando le fonti sullo Steampunk erano molto più scarse (erano molto scarse anche nel 2001, quando ho iniziato a interessarmi io allo Steampunk e internet era già molto più viva e ampia): nel suo piccolo è un lavoro di tutto rispetto!

Qualche dettaglio sul figlio deforme.
Riporterò alcuni degli errori, abbondantissimi, presenti nell’articolo. Come già detto avrei sorvolato senza fiatare su poche imprecisioni, ma qui siamo al puro mongolismo che cola, condito con parole a vanvera per dare una patina culturale all’ignoranza abissale dell’autrice di questo crimine contro l’intelligenza. Queste defecazioni pubbliche non si possono sopportate, non su un sito di tale (immeritata) importanza.

Il primo a usare il termine è stato K.W.Jeter per il suo romanzo Morlock Nights, uno dei seguiti apocrifi a The Time Machine di H.G. Wells.
Penso che una fantasy vittoriana sarà la prossima grande cosa, se siamo in grado di trovare un termine collettivo per [Timothy T.] Powers, [James P.] Blaylock e me stesso. Qualcosa basato sulla tecnologia appropriata dell’epoca; come “steampunk”, forse.” [Locus Magazine— 1979]

Cominciamo bene, fin dal primo paragrafo.
Jeter non ha usato steampunk per riferirsi al suo romanzo, ma per riferirsi a sé e ai suoi due amichetti da tempo intenti a scrivere “gonzo-historical fiction” (ovvero puttanate con ambientazione storica), infatti il termine usato da Jeter è “steampunks” (plurale). Sono quasi sicuro che Jeter, nella sua testa, intendesse anche Steampunk come genere, ma la citazione è chiara: lì sta parlando di persone. Kinzica, dato che poi ha anche riportato una pessima traduzione, avrebbe potuto capirlo da sola. Forse pretendo troppo da chi, come vedremo, nemmeno sa copiare le date.
Leggendo la lettera originale la questione diventa molto più chiara:

Dear Locus,
Enclosed is a copy of my 1979 novel Morlock Night; I’d appreciate your being so good as to route it Faren Miller, as it’s a prime piece of evidence in the great debate as to who in “the Powers/Blaylock/Jeter fantasy triumvirate” was writing in the “gonzo-historical manner” first. Though of course, I did find her review in the March Locus to be quite flattering.
Personally, I think Victorian fantasies are going to be the next big thing, as long as we can come up with a fitting collective term for Powers, Blaylock and myself. Something based on the appropriate technology of the era; like “steampunks”, perhaps…
—K.W. Jeter

Steampunk è passato poi a indicare una corrente, una subcultura e un sottogenere di narrativa fantascientifica/fantasy, ma quando lo ha usato Jeter indicava le tre persone intente a scrivere minchiate science-fantasy d’ambientazione storica invece che futuristica. Una gioco di parole a partire da Cyberpunk, come ho già spiegato più volte in passato: a loro (Gibson, Sterling ecc…) il vicino futuro cyber e agli altri (Jeter, Blaylock, Powers) il vicino passato steam. Proseguire nella spiegazione delle origini dello Steampunk, precedente le opere di Jeter (Moorcock ad esempio), va oltre gli intenti del presente post e rimando al futuro articolone sullo Steampunk.
Ah, giusto, dimenticavo la minchiata più evitabile.
Kinzica cara, almeno ricopiare le date dovrebbe essere possibile pur con le tue limitatissime capacità: la lettera è apparsa su Locus dell’aprile 1987, non nel 1979. Nel 1979 c’era solo Morlock Night, non le opere di Powers e Blaylock (The Anubis Gates è del 1983 e Homunculus è del 1986). Non viene proprio in mente a nessuno di controllare di nuovo la data quando è EVIDENTE che si sta scrivendo una cazzata? Su FM pare di no.

Con La macchina della realtà di Sterling e William Gibson, il termine steampunk viene ufficializzato e il genere prende corpo nella consapevolezza dei lettori.

Altro esempio di mongolismo e ignoranza della storia del genere. Il termine non venne ufficializzato manco per il cazzo, qualsiasi cosa voglia dire (dove si ufficializzano i termini? Ci sono dei moduli e un ufficio nel Comune?). La fama di Gibson e Sterling aiutò a dare visibilità allo steampunk e a renderlo popolare come Fantascienza Retrofuturistica (e non solo come cazzatona science-fantasy) nonostante Gibson stesso non fosse interessato al genere in sé e detestasse le etichette.

“You know, that’s another case of someone applying a term to my writing… it happened with ‘cyberpunk’ too, I never called my work ‘cyberpunk’, and ‘steampunk’ isn’t a term I would have applied to my writing either”
(Gibson riportato a memoria da Sinjun)

Tra aiutare a diffondere a malincuore un’etichetta e “ufficializzare”, mi pare ci sia una certa differenza. Opere come il gioco Space: 1889 del 1988 e un discreto interesse per lo Steampunk (con questo nome) vi erano già prima di The Difference Engine, pubblicato nel 1990. Quel (brutto) romanzo rese solo più popolare il termine. Non c’era e non c’è mai nulla da ufficializzare: lasciamo le fantasie burocratiche ai ritardati che non sanno pensare in termini di diffusione dal basso (il vero segreto del successo dello Steampunk come subcultura/corrente negli ultimi anni). La cosa più vicina a una ufficializzazione nel senso ritardato-burocratico che certa gente ha in mente, è l’ingresso dello Steampunk nell’Oxford English Dictionary al fianco di vuvuzela e hikikomori. Un’ottima compagnia.
Proseguiamo con le cazzate presenti nell’articolo:

Lo steampunk è un’ucronia ambientata nel XIX secolo, ovvero un’età vittoriana con macchinari portentosi frutto non della tecnologia elettronica o – peggio che mai — digitale, ma della forza vapore.

A parte il fatto che lo steampunk non è necessariamente Storia Alternativa nel XIX secolo, errorino che possiamo considerare secondario in un articolo completamente privo di profondità e rivolto a un pubblico del tutto a digiuno sull’ABC, qui ci troviamo di fronte a un problema molto più grave: il fallimento del sistema scolastico italiano.
Avrei tollerato qualcuno che dice digitale per intendere elettronico (è una pessima abitudine, ma la capisco), costruendo così una contrapposizione tra elettronica digitale e meccanica, ma non è questo il caso: qui elettronica e digitale sono divisi (il che va benissimo), mettendo in mostra l’aberrante ignoranza di Kinzica.
La Macchina Analitica di Babbage, il calcolatore meccanico messo in funzione da motori a vapore, è una macchina digitale in quanto lavora su sequenze di numeri prese da un insieme di valori discreti (ovvero un insieme di numeri ben definito e circoscritto). Una macchina analogica invece non lavora su numeri in sé, ma su variazioni continue di stati fisici, come nel caso dei calcolatori analogici per il tiro dei cannoni navali. Le macchine analogiche si possono usare per simulare valori numerici nel caso di compiti specifici (tot giri della manopola tal dei tali se vogliamo indicare la velocità X del bersaglio ecc…), ma di per sé non manipolano numeri.

Una piccola parte del “mulino” (la CPU) della Macchina Analitica.

Cosa significhi “digitale” non è una questione che riguarda l’ambito della narrativa, ma le conoscenze di base che qualsiasi persona che ha concluso la scuola superiore dovrebbe (si spera) avere. Non sapere perlomeno a grandi linee cosa significhi digitale è una vergogna per un laureato, fosse anche solo un laureato in lettere (chi vuole occuparsi di cultura non può essere un illetterato su questioni che riguardano la vita di tutti i giorni da più di mezzo secolo) ed è, non sto scherzando, da cancellazione immediata di una eventuale laurea in ambito scientifico. Se dovessi intuire il titolo di studio dell’autrice dell’articolo dai suggerimenti presenti nell’articolo, direi medie inferiori (ma siamo in itaGLia, per cui non mi stupirei se fosse laureata e magari avesse pure un dottorato, lol).
In realtà non serviva nemmeno conoscere il significato di digitale, bastava aver aperto Wikipedia sulla pagina dello Steampunk prima di scrivere l’articolo:

Other examples of steampunk contain alternate history-style presentations of “the path not taken” for such technology as dirigibles, analog computers, or such digital mechanical computers as Charles Babbage’s Analytical engine.

Consultare Wikipedia è il minimo se si vuole scrivere un articolo su qualcosa che non si conosce. Il minimo. A questo minimo FM e Kinzica non arrivano. E anche in questo vi è il fallimento della scuola pubblica nel formare la mentalità delle persone.
Stendiamo un velo pietoso sul fallimento dell’istruzione pubblica e andiamo avanti:

Allo steam si aggiunge il punk, parola chiave di altre correnti come cyberpunk (il capostipite), splatter punk, diesel punk, squidpunk (!) etc etc, ovvero un atteggiamento di rottura verso l’ordine costituito, le costrizioni dei costumi sociali, la società standard.

Sigh. Kinzica non supera il livello di idiozia medio di chi copia senza capire dalla (pessima) pagina della Wikipedia italiana. Basterebbe aver letto le opere per sapere che il punk in questo senso non è un elemento determinante dello steampunk e che il punk stesso nel nome è lì solo per via del gioco di parole a partire da Cyberpunk. Il Cyberpunk è punk, lo Steampunk non necessariamente. Il Dieselpunk ha già connotati di punk più vicini a quelli del Cyberpunk. Punk nei generi è diventato sinonimo di “cazzatona tecnologicamente alternativa”, come faceva notare GURPS stesso coniando termini come Clockpunk. O anche Sandalpunk: bizzarrie mongole clockpunk nel mondo degli antichi greci e romani. LOL.
Per quanto riguardo lo Squidpunk stendo un ulteriore velo pietoso e lascio ad altri il compito di spiegarle come stanno i fatti della vita (forse sarà necessario cominciare dalle api e i fiori).
Il punk come critica contro la società non c’entra un cazzo. Lo stesso romanzo di Gibson e Sterling, di solito citato come il più punk della prima generazione (in effetti è cyberpunk trapiantato nell’Ottocento), non è punk nemmeno lui: a meno che con punk non intendiate la ridicolizzazione sistematica di chi cerca di opporsi al potere centrale, meno scemo di quanto si pensi, e la finale sconfitta degli elementi “punk” così mentecatti (macchiette di cattivi) da far sembrare i Governanti Kattivoni Fascistoni come il male minore. In The Difference Engine, nonostante la fama attribuitagli da chi non lo ha letto (è uno di quei libri famosi perché tutti lo citano e pochissimi hanno superato il primo, soporifero, capitolo), il -punk è più nel senso di divergenza tecnologica che altro.
Ci sarebbe poi da tirar fuori (di nuovo!) la questione di cosa sia il punk nello steampunk, con la definizione di Nevins e le radici in Robida e bla bla bla, ma ne ho già parlato in alcuni commenti in passato ed è materia per l’articolone sullo Steampunk. Vi basti sapere che Kinzica è ignorante e ha scritto una cazzata, mentre con un minimo di studio avrebbe potuto scrivere qualcosa di molto più approfondito e interessante anche solo sul punk dello steampunk.

Il risultato è “colonizzare il passato per sognare il futuro”, come se Babbage avesse davvero costruito la difference engine o se invece dell’elettricità fosse stata l’energia del vapore a dar vita a una sofisticata tecnologia alternativa.

Ehm, Kinzica, la Macchina Differenziale (che non è il computer programmabile che pensi) è stata davvero costruita, in più esemplari, dallo svedese Per Georg Scheutz a partire dal 1855. Uno venne venduto anche al governo britannico, nel 1859.
Cosa sia la cosiddetta energia del vapore, visto che l’acqua è solo un mezzo per far funzionare macchine che l’energia la ottengono bruciando legna, carbone e, nei modelli per auto di primo Novecento, kerosene, non oso chiederlo. Abbiamo già appurato che Kinzica non pare avere conoscenze scientifiche degne di nota, inutile calcare la mano.
C’è questa idea, ma solo tra gli ignoranti, che un mondo “steampunk” sia un mondo senza dipendenza dal petrolio… ah, sì? Il kerosene con cui i motori a vapore più compatti funzionavano da dove pensate di ricavarlo, idioti? A braccetto con questa idea vi è quella che nello Steampunk non vi sia l’elettricità. Strano: la fantascienza ottocentesca (dagli automi delle ultime Edisonate al Nautilus) è piena di elettricità e la stessa Italia, come abbiamo visto, organizzò un mostra dedicata all’elettricità durante l’esposizione di Torino del 1884. Anche Tesla e la sua guerra delle correnti contro Edison credo non abbia bisogno di presentazioni.
Ma in fondo perché informarsi prima di scrivere puttanate? È solo storia della scienza storia della fantascienza fantasy!

Ovvero una fantasy-fantascienza a carbone in piena rivoluzione industriale, forgiata in ferro e mattoni e popolata da mostri meccanizzati, computer analogici, dirigibili e caldaie, ciminiere e banlieux distopiche, eroi in cuoio, occhialoni da pilota e pistole a tamburo, lolite gothic, l’oppio o il laudano al posto della cocaina e l’assenzio nei bicchieri

Glissiamo sulla sequenza di banalità, in fondo tollerabile in un articolo per un pubblico generale, e concentriamoci di nuovo sulla voglia di Kinzica di aggiungere parole solo per mostrare al mondo di essere ignorante. Cocaina. Non so cosa abbia Kinzica contro la cocaina, tanto da volerla vedere fuori dal XIX secolo e quindi dallo Steampunk, ma immagino che la risposta sia intuibile: ignoranza.
La cocaina è una droga Ottocentesca, tanto da essere protagonista di un saggio di Sigmund Freud del 1884, Über Coca, dedicato alle sue doti come panacea (stimolante per il corpo o analgesico, in base ai casi). In generale la diffusione dell’uso della coca in ambiti commerciali/medici è un elemento caratteristico dell’Ottocento che fa parte della cultura generale (almeno del Vin Mariani Kinzica avrà sentito parlare, no?).
Nel 1885 la cocaina venne commercializzata da Parke-Davis negli USA sotto forma di sigarette, soluzione da iniettare in vena (la usava anche Sherlock Holmes in questo modo, con soluzione al 7%) o, come si adopera spesso in questi anni, polvere da sniffare. La cocaina veniva usata come cura per la dipendenza da morfina, a sua volta usata come cura per la dipendenza da alcol visto che i morfinomani non erano socialmente pericolosi come gli alcolizzati. Gegnale.
Pure l’eroina è una droga del Lungo XIX secolo: venne commercializzata dalla Bayer dal 1898 al 1910 in comode confezioni a prezzo modico, con due dosi e una siringa. Anche lei, come la cocaina, era stata immaginata come trattamento per la dipendenza dalla morfina (oltre che come sostituto per combattere la tosse), essendo a tutti gli effetti morfina “zippata” da dezippare con il fegato (l’eroina se non è tagliata con la merda, se è eroina farmaceutica pura al 100%, NON distrugge le vene e non crea tutti quei problemi tipici dell’eroina venduta dai criminali: l’unico rischio è quello di overdose in caso di errori nel dosaggio, facili con una sostanza così concentrata).

Eroina Bayer, la cura per la tosse che aspettavate!

Eroina e cocaina sono droghe usate tutt’ora e forse questo ha contribuito a dar loro una falsa patina di modernità, come d’altronde solo degli ultimi decenni è l’aggravarsi della inutile/antistorica/fallimentare (scegliete gli aggettivi preferiti in base alla quantità di letture sulla storia delle droghe che avete alle spalle) lotta alla droga e al narcotraffico, fenomeno creato a tavolino da irrazionali politiche di criminalizzazione imposte dagli USA fin dall’inizio del Novecento (per approfondimenti si cominci leggendo il famoso Piccola storia delle droghe di Antonio Escohotado).
Resta evidente che una persona SERIA prima di citare la cocaina come se fosse qualcosa di moderno, da sostituire con sostanze più Ottocentesche, avrebbe dovuto avere il buon senso di controllare perlomeno su Wikipedia se era così. Non che serva Wikipedia, comunque: l’interesse di Freud per la cocaina è una cosa arcinota anche fuori dall’ambito della storia delle droghe. Siamo in Itaglia, la copia mongola della vecchia Italia: chi scrive narrativa e chi scrive articoli per il web ormai se ne sbatte allegramente di controllare ciò che dice. Rispetto per i lettori sottozero.

Se scrivere fantastico vuol dire travalicare i confini, lo steampunk si sviluppa distruggendo i confini.

Ah, ma lo vedi Kinzica che non hai capito un cazzo? Lo Steampunk (se lo si conosce) è facilmente rappresentabile come un sottoinsieme della Fantascienza. Immagina i due insiemi di Fantascienza e Fantasy che si sovrappongono. Nell’intersezione ci sono Science-Fantasy e Tecnofantasy. Lo Steampunk abbraccia una fetta di entrambi e per il resto sta nella Fantascienza. Semplice, no?
Non è una rappresentazione insiemistica perfetta, si può fare di meglio. L’ho tirata fuori al volo usando meno elementi possibili, ma grossomodo mi pare contenga tutto ciò che conosco a tema Steampunk che non sia Steampunk più qualcosa d’altro.
Lo Steampunk non distrugge nessun confine: se ne sta buono buono (ma incarognito nell’animo, se è Steampunk di qualità) come sottoinsieme pseudo-Ottocentesco di generi più grandi. Forse Kinzica, confusa come un cetaceo disturbato dai sonar, ha attribuito allo Steampunk caratteristiche proprie del New Weird (che può facilmente essere Steampunk Fantasy, travalicando i confini degli altri generi, si veda Perdido Street Station).

Gli autori steampunk non scrivono romanzi storici bensì allucinazioni storiche assolutamente non allineate, mondi già trascorsi con contaminazioni del futuro: una sorta di postmoderno nel passato.

Questo era il momento delle parole a caso. Usare frasi prive di significato apprezzabile, vuoti esercizi di banalità, pare che tra i subumani sia il marchio dell’Intellettuale, anzi, dell’Esperto Che Ne Sa A Pacchi. No, non lo è: è l’equivalente per Ignoranti che parlano di cose che non conoscono del pacchiano mignolo alzato dell’ex-proletario arricchito che brinda.
Vergognati, Kinzica. Queste frasi non vanno bene manco per i maiali.

Jules Verne, H.G. Wells, Mark Twain, Arthur Conan Doyle sono spesso considerati steampunk “classico”, ma in realtà non è proprio così: le loro opere non sono ucronie bensì descrivono la realtà contemporanea agli autori, miscelata a elementi fantastici.

Uh-uh, ok, esatto, vedo che hai evitato il tranello più comu—WTF??? MARK TWAIN??? Che cazzo c’entra Mark Twain con la storia della fantascienza e del romanzo scientifico da cui lo Steampunk trae ispirazione? Citarlo per A Connecticut Yankee in King Arthur’s Court è tirata per i capelli al massimo, ma vedo che Kinzica non lo fa: allora cosa intende? Almeno in quel libro c’è Storia Alternativa (anche se la base di partenza è medioevale) e uno spirito D.I.Y. che piacerebbe molto agli artigiani dello Steampunk, ma non è certo l’esempio più adatto di fantascienza ottocentesca a cui ispirarsi. È onestamente la PRIMA volta che vedo citato seriamente (ovvero al di fuori degli elenchi scritti da bimbiminkia) Mark Twain tra gli autori di ispirazione per lo Steampunk…

Onore al merito, come sempre, a chi ha sdoganato il genere. La Macchina della Realtà è il manifesto della percezione originaria di steampunk,

Ah, ma allora avevo visto giusto: Kinzica non ne sa proprio un cazzo, va avanti alla cieca vomitando frasi a fantasia! ^_^
No, The Difference Engine NON è il manifesto della percezione originaria dello Stempunk. Non ti sei proprio degnata di leggere NULLA delle opere della prima generazione? La caratteristica fondamentale di The Difference Engine è di essere MOLTO DIVERSO dalle altre opere Steampunk, scegliendo la Storia Alternativa e lo sviluppo tecnologico anticipato si pone su un piano diverso da The Anubis Gates (science-fantasy con maghi egizi e viaggi nel tempo gestiti alla cazzo), Morlock Night (ispirato a un’opera di Wells, con Merlino e Artù perché sì: era un gioco tra lui e Powers metterli dove capitava) o Infernal Devices (gonzo-historical fiction pura, con uomini pesce e puttanate miste).
The Difference Engine è diventato un libro simbolo, un classico, per lo Steampunk della seconda generazione perché è il romanzo che più di tutti, a differenza delle prime opere (escluse quelle di Moorcock), rappresenta ciò che poi è diventato il motto dello Steampunk retrofuturistico: come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima.
Questo motto è stato la base di partenza per l’artigianato e per i disegnatori che hanno diffuso lo Steampunk tra le masse, creando una subcultura Steampunk fortemente legata a Internet, ben prima che gli autori di narrativa ricominciassero a occuparsene per davvero (seppur in modo indegno, ma così vanno le cose).

le crinoline di Sybil, giovane prostituta, e il giubbotto del paleontologo Edward “Leviathan” Mallory, le macchine, anzi la Macchina Differenziale di Babbage che ha invaso il mondo, gli inventori su strani tricicli e le ruspe che scavano nella metro di Londra. Le fabbriche e lo Smog.

Sigh. La Macchina non è quelle Differenziale del titolo scelto a cazzo (un blando calcolatore dedicato alla tabulazione di funzioni polinomiali), ma quella Analitica, ovvero il computer meccanico programmabile mai realizzato per intero (ma c’è una raccolta fondi per costruirlo), neppure nella versione semplificata di cui ci è arrivato un piccolo pezzo. Non facciamo nemmeno finta di informarci, eh, Kinzica?
Riguardo lo Smog, doppio sigh: il problema nel romanzo non è lo Smog delle industrie, ma “the Stink” ovvero la puzza di marcio del Tamigi in estate che costringe il Parlamento alla fuga e getta la città nel caos, con visibilità ridotta e morti intossicati dalla nebbia giallastra. La crisi del Tamigi fa da sfondo al tentativo sovversivo del gruppo di mongoloidi anarco-comunisti che fanno la figura dei coglioni. L’episodio della Puzza non è altro che la riproposizione senza originalità della Grande Puzza del 1858. Il fatto che avvenga nel 1855, ovvero tre anni prima, secondo alcuni idioti dovrebbe essere il lato distopico di quell’Ottocento “peggiore di quello reale” (inquinatissimo come la Cina di oggi!) ideato da Gibson e Sterling. Stronzate: è solo che anche all’estero i critici/recensori hanno una conoscenza della storia degna di un mongoloide lobotomizzato e non sapendo niente della Grande Puzza del 1858 al massimo riescono a tirare in ballo il Grande Smog del 1952, che c’entra molto meno. Coglioni marci ignoranti pure loro.
Tornando a Kinzica: la parola Smog, da lei riportata con la maiuscola come se fosse un elemento del libro, non appare nemmeno una volta (controllato su eBook in inglese).
Basta, non ce la faccio più. Mi sanguinano gli occhi. Che schifo.
E ci sono ancora badilate di roba da tirar fuori: considerate che non ho citato NULLA dalla seconda metà dell’articolo! Lascio a chi tra voi ha più coraggio di me, e capillari oculari meno predisposti al sanguinamento, il compito di proseguire l’opera…

Conclusione.
L’impressione che mi dà questo articolo è che Kinzica non sappia nulla dello Steampunk, non conosca le opere che cita e non sappia nemmeno leggere in inglese. Se sapesse leggere in inglese, come visto, avrebbe potuto evitare gran parte degli errori. O forse sa leggere benissimo in inglese, ma è solo questione di pigrizia: perché controllare su Wikipedia (o su Amazon, visto che non sa nemmeno citare in modo corretto il titolo dell’antologia a cura dei VanderMeer), tanto è solo un articolo per i lettori di FM che non sanno trovare il proprio culo nemmeno usando entrambe le mani e una mappa! Il solito itaGLianissimo rispetto per il lettore.
Kinzica vaga nella confusione della sua ignoranza come una balena mandata in tilt dai sonar e alla fine, dopo due paginette ingloriose, si arena sulla spiaggia a morire.

Balena arenata su una spiaggia nel Cinquecento per colpa dei sonar.

Questa massa di cazzate, di cui ho riportato solo una piccola parte, sarebbe “informazione”? Non era l’informazione l’obiettivo di FM?

FantasyMagazine non è un blog. Non è questione di qualità — abbiamo il massimo rispetto per il concetto di blog, ci sono molti blog di qualità eccellente — ma, appunto, di obiettivi. Un blog viene scritto principalmente per esprimere opinioni personali; un magazine come il nostro ha uno scopo principalmente informativo.

Ah, certo, che fesso che sono! In sé l’informazione non è detto che debba essere corretta. Loro stanno facendo informazione: diffondono informazioni false. Un servizio utilissimo per inquinare il web. Come Wikipedia, ma al contrario: un gruppo di volontari che sfruttano la visibilità di un sito per diffondere spazzatura nel web, contribuendo a quel rumore di fondo che non permette agli utenti con poca esperienza in un dato argomento di distinguere tra informazioni veritiere e merda.
Il fatto che siano volontari, che lo facciano per passione e bla bla bla rende solo peggiori le cose: anche i vandali su Wikipedia lo fanno gratis, per passione del rendere il web un posto peggiore, per il gusto di rovinare ciò che gli altri faticano a costruire per il bene di tutti. Diffondere spazzatura sfruttando la propria base di utenza danneggia chi invece, con mezzi molto più limitati, cerca di segnalare romanzi decenti e fornire informazioni veritiere. Usare il proprio peso per compiere il male e fomentare l’ignoranza non dovrebbe essere un vanto… but on Meth it is ma su FM lo è. Questi sono dati di fatto e la realtà non può essere cambiata (solo nascosta o plagiata) da troll come S* o da altri mentecatti privi di dignità.
Grazie FM, una fetta della peggiore itaGLia sul web.


Appendice I: pagine congelate.
Nel caso vengano effettuate correzioni successive alla pubblicazione di questo articolo, potete godere delle due pagine nella versione originale a questi indirizzi:
http://www.freezepage.com/1288259928LIGKAVJIVQ
http://www.freezepage.com/1288260200IBUDLYJTRV

Appendice II: Mana è meglio di FM.
In passato ho criticato, in un commento, l’inaffidabilità generale e le inesattezze presenti negli articoli di Davide Mana, specificando però che lo considero uno dei maggiori esperti italiani di Steampunk. Se qualcuno, forse perché ritardato, ha pensato che lo stessi sfottendo, farebbe meglio ad aprire gli occhi: il livello qualitativo degli articoli di Mana è mille volte superiore a questa merda apparsa su FM. Quando dico che, nonostante gli errori/orrori che piazza qua e là, è uno dei massimi esperti di Steampunk italiani, NON sto scherzando. La questione ricorda un po’ Licia Troisi col Fantasy: essere uno dei meno peggiori non significa essere sufficienti, ma tra Licia/Mana e Centi/Kinzica c’è un baratro come tra un cattivo snack in cioccolata surrogata e uno stronzo di cane.

Il Duca di Baionette

Dal 2006 mi occupo in modo costante di narrativa fantastica e tecniche di scrittura. Nel 2007 ho fondato Baionette Librarie e nel gennaio 2012 ho avviato AgenziaDuca.it per trovare bravi autori e aiutarli a migliorare con corsi di scrittura mirati. Dal 2014 sono ideatore e direttore editoriale della collana di narrativa fantastica Vaporteppa.

View Comments

  • L'ignoranza è una brutta roba. Un ignorante convinto della propria cultura è il male assoluto. Diventa impossibile schiodarlo dalla sua convinzione, lasciando la cacatanasia* come ultima risorsa.
    *Non credo sia stato mai usato, ma ha un senso che supera quello del calembour escatologico.

  • Duca, ma tu lo sapevi che:

    il 99% dei critici mangia il pane dell’ignoranza e beve il vino del pregiudizio

    ^___^

  • Mark Twain, notorio padre dello steampunk, sta piangendo nei bassifondi dell'Infero. Comunque ho deciso, scriverò un articolo sul motore a scoppio; non ci capisco un cazzo, però me piace.

  • A proposito di Mark Twain: Kinzica cita il Mississippi. In Huckleberry Finn ci sono battelli a vapore... dunque steampunk! Ovvio, no?
    E “gli inventori su strani tricicli” in The Difference Engine? Io non me li ricordo. Sigh. E poi com’è fatto un triciclo “strano”?
    E adesso una buona notizia! ^_^
    Scrive Kinzica nei commenti:

    Se l'argomento steam etc interessa, è probabile che scriva altri articoli, anche per chiarire meglio certi punti.

  • Credo che l'intero orbe terraqueo non veda l'ora che "chiarisca" certi punti... Fremo di impazienza!
    Mai che qualcuno registrato gli linki i veri approfondimenti... (da non registrato non me li fa mettere, sito malvagio e discriminatore! :( e col ciufolo che mi registro a FM per un commento!)

  • FM è una discarica.
    Scrivere nel loro forum è come rovistare nella spazzatura. Bisogna essere disperatamente poveri (di conoscenze del fantastico) per ridursi a farlo: non si trova niente di valore e al massimo si becca qualche ratto infetto pronto a mordere (trolling e derailing).
    L'unica risposta possibile dopo un simile articolo di merda è "Mi scuso per il mio lavoro indegno e chiederò la rimozione dell'articolo fino a quando non sarà stato corretto".
    Ma questo sarebbe un comportamento rispettoso dell'intelligenza dei lettori quindi difficile che lo adottino. Sono pur sempre gli itagliani figli dell'itaglietta mafia & mandolino di FM, no?
    Se avessero rispetto di sé stessi, ovvero se avessero un dignità superiore a quella dei vermi, i responsabili di FM pubblicherebbero un editoriale di scuse per la pessima qualità dell'articolo, promettendo di non fare più cose simili.

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