Per festeggiare il centesimo appuntamento coi coniglietti che cade di venerdì 17, a 13 mesi di distanza dal primo Safari, ho effettuato un secondo Safari fotografico tra le fiere belve che popolano il parco di Seriate. Maestose creature dall’aria regale, bianchi culetti e pancini sormontati da nobili pellicce color grigio-fulvo.
Il parco si è ripopolato di coniglietti, piccoli e grandi, ma sono più guardinghi: se 13 mesi fa avevo potuto avvicinare fino a 7-8 metri un piccolino per fargli delle belle foto, e quasi tutti permettevano di scendere sotto i 20 metri, ora fuggivano sempre al di sotto dei 30-40 metri. Impossibile fare buone foto, nonostante la solida apparecchiatura di seconda mano e le garanzie del venditore (“Stupendi scatti a Sebastopoli nel ’55”).
Per iniziare dei coniglietti selvatici da Okunoshima, l’isola giapponese:
Ora le mie foto di ieri e il video. Troppo piccole, ma come ho detto i conigli non si lasciavano avvicinare. Colpa dei bergamaschi, che mangiano i conigli, per cui gli amorini ciccini pelosini non si fidano. La scusa che mangiare i conigli sia normale perché qui li mangiano non ha senso: in Congo mangiavano gli esseri umani e amputavano le mani ai morti per venderle, come certi italiani mangiano i conigli e amputano i loro zampini per venderli come portafortuna. In Giappone simili porcherie non le fanno, giusto noi e il Congo Belga arriviamo a simili barbarie.
Facciamo come i Giapponesi: mangiamoci i delfini.
E pilotiamo i Gundam.
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In onore dei conigli il “Credo (Allegro Maestoso)”.
Come ho detto, se i conigli non avessero paura dell’uomo, se non corressero il rischio di atterrare in un piatto se balzano in braccio a un bergamasco (che come è noto mangiano il coniglio anche così com’è, con tutto il pelo e mentre si dimena, se la bestiola si adagia accanto alla polenta fumante o si addormenta in un letto di patate al forno), sarebbe tutto più facile.
Starebbero in fila a bordo del viottolo per farsi grattare il pancino e ricevere le caramelle. Si metterebbero in posa per le foto e indosserebbero anche vestitini e cappellini per l’occasione. E giocherebbero solo per far felici le persone. Invece no, fuggono. E io non so che farmene delle caramelle avanzate, dei vestitini alla marinara coi cappellini di paglia, delle cuffiette coi mini-pannolini e delle bottigliette per soffiare le bolle di sapone. Cosa me ne faccio, me lo dite?
Così dovevano essere, così:
E invece no, mangiamoci i conigli.
Spaventiamoli tutti.
Bravi italiani.
Bravi…
Capre!
Capre!
Capre!
I primi due video:
http://www.youtube.com/watch?v=xwEqBqksLm0
http://www.youtube.com/watch?v=VaK3m6FIDJ0
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Una ventata di leggerezza in questo caldo afoso.
È che non vogliono essere contagiati dalla nostra OOmanità.
😉
Esimio Duca,
non è colpa nostra se polenta e coniglio ci chiamano!
E’ la Natura!
Consiglio a tutti per corroborarsi nell’incipiente autunno un buon piatto di polenta con coniglio cotto al forno con vino bianco, pinoli e rosmarino. -sbav-
Traducendo nell’ugualmente dignitosa e rispettabile tradizione culinaria del Congo settentrionale:
Vergognatevi.
Basta mangiare conigli!
Mangiamo beagle!
Mi vergognerò…. a pancia piena!
Che creature maestose.
Sì, sì, magnati il bigol… retrosessuale… -_-
Ammetto che la distanza tenuta non dipendeva dalla fuga dei conigli. In natura il coniglio è maestoso, fiero, pericoloso.
Ero in Safari con la mia guida negra Unga Munga.
“Bwana, no avvicinare! Coniglio pericoloso, attaccare!”
E i due portatori Bingo e Bongo, come novelli Dersu Uzala:
“Anche coniglio è omo. Coniglio arrabbia, fa paura!”
Quando te lo trovi così vicino, con quel portamento, quello sguardo fiero, come si fa a non credere ai locali? Saranno selvaggi superstiziosi, come tutta la loro razza, ma non sono pazzi.
Mi ripeterò, ma questi articoli mettono appetito ^_^
Il sorcio di mio fratello ha provato a saltare dalla finestra del primo piano, ma si è buscato lo stipite nel muso ed è rimbalzato dentro come una palla da tennis o un puffino in fase d’atterraggio. Cosa significa codesto comportamento? E’ forse stanca della vita e ci sta chiedendo di metterla in pentola per liberarla dell’intollerabile vacuità dell’Universo?
Sì, è così.
In tal caso dopo la puoi mangiare, perché è solo suicidio assistito. Vale lo stesso per gli incidenti. Come quando senti PUM!, inchiodi e trovi un barbone morto sotto l’auto, e allora lo puoi mangiare. E se è buono poi si fa in modo di trovarne altri, con un po’ di pratica.
Ma davvero i bergamaschi mangiano conigli?
Sono dei Barbari! con la polenta calda ci sta molto meglio il gatto. Qui nel vicentino cuciniamo il
conigliogatto che è una meraviglia!!!Comunque se vogliamo imitare i giapponesi sconsiglio di mangiare delfini: essendo bestie al vertice della catena alimentare contengono tantissimo mercurio, che, si sa, provoca pericolosi avvelenamenti, come il piombo. Anche se quest’ultimo è ancor più pericoloso specie se dotato di adeguata energia cinetica.
Quindi molto meglio imitarli sbavando su manga Hentai o, meglio, pilotando un Gundam.
Vale lo stesso imitarli arruolarsi nella ciurma di Capitan Harlok e girare con un ferro che sembra un incrocio tra una colt Navy 1850 e uno spiedino?
Non solo i bergamaschi…
Io con la polenta preferisco la luganega o la salsiccia toscana sminuzzate. Lo so, la carne di porco non è proprio salutare, ma quello trovo.
Io il coniglio mi rifiuto di mangiarlo, proprio non mi piace. Preferisco il pollo o il tacchino, o le patate al forno (dato che non posso “strafogarmi” sempre di pizze… XD).
A me con la polenta piace prendere un biberon e allattare un coniglietto.
Ci sono anche attacchi documentati (qui: http://youtu.be/9zcxVpHRgE8).
Ritieniti fortunato ad essere sopravvissuto, io non avrei corso un rischio simile.