Abbiamo visto come preparare al meglio del buon tè quindi è il momento di tornare a parlare di cosa mangiarci assieme. Vorremmo tutti passare i pomeriggi tra pelosi body builder vestiti da signorine di cento anni fa amiche sorseggiando tè e mangiando delizie prese dalle migliori pasticcerie, ma il portafoglio non è sempre d’accordo e bisogna arrangiarsi per risparmiare.
Questa volta una variazione sull’idea di teacake carica di frutta della volta scorsa. Sarà alle amarene, ma questa volta ne isoleremo il sapore per fare in modo che non domini il sapore della fetta: le amarene finiranno in cima, ottenendo così il doppio risultato di poter venire mangiate per ultime senza coprire i sapori e di decorare la torta (o il ciambellone in questo caso).
Partiamo!
Per il mix di frutta:
Per l’impasto:
Per la decorazione in cima:
Opzionale per farcire:
+ burro quanto basta per ungere lo stampo.
Prima di tutto dobbiamo ammorbidire la frutta dura, secca. L’uvetta che ora sembrerà una collezione di sassolini e (opzionale) il melone disidratato. Puoi far rinvenire la frutta col metodo lento, in acqua e temperatura ambiente per molte ore, oppure col metodo veloce.
Il metodo veloce è quello che usiamo a casa mia: metti la frutta in una pentola, copri con acqua fresca fino a pochi centimetri sopra la frutta, accendi il fuoco, dopo uno o due minuti che sta bollendo spegni e lascia altri cinque minuti circa a riposare, butta nello scolapasta, passa sotto l’acqua fredda del rubinetto e infine strizza un po’ e asciuga in un canovaccio.
Prendiamo le prugne disidratate morbide. Tagliale in 4 pezzi (o più piccole) e mettile assieme al resto della frutta nel canovaccio. Cospargi con i 50 grammi di farina e mescola. Forse non è fondamentale farlo, forse è utile solo quando le torte hanno meno frutta, un impasto più liquido e la frutta potrebbe affondare nell’impasto, ma nel dubbio lo faccio lo stesso.
O meglio “una parte dell’impasto”. Alla fine la frutta reidratata di prima con la farina è grossa quasi quanto il resto. Mettiamo i due etti di farina in un contenitore per lavorarla, ci versiamo sciroppo delle amarene, liquore alle amarene, cannella (opzionale), confettura e l’uovo.
La confettura di fragole che uso io è fatta in casa: le fragole sono prima lasciate a condire almeno 3-4 ore in zucchero e limone, poi si pescano (il liquido non serve) e si usano con 300 grammi di zucchero per ogni kg di fragole (pesate a crudo prima di condirle). Il limone dà una bella nota extra alla confettura. Comunque va bene una qualsiasi confettura di fragole al 70% o più di frutta.
Nel mixer mettiamo le mandorle e le sbricioliamo. Non serve una polvere tipo farina: bastano pezzetti piccoli con qualche bel pezzetto più grossino, per dare un po’ di sensazione croccante nel dolce. Decidi tu come preferisci che sia. Alla fine butta anche le mandorle nel resto dell’impasto e mescola per bene tutto. Io uso un cucchiaio di legno con la testa piccola e piatta, tipi piccola paletta tozza, ma se a te piace la frusta (che signorina interessante! ^-^) usa quella.
Imburriamo la tortiera, possibilmente a cerniera. Se è a cerniera, puoi anche evitare la carta da forno. Se invece non lo è, meglio mettere carta abbondante e con maniglie di sollevamento laterali (non ritagliare i bordi dal fondo, o non potrai sollevare). Ricorda, le dosi vanno bene per una tortiera da ciambellone da 24 cm o meno: se è più larga rischi che l’impasto sia poco per poterlo farcire facilmente ora (ma se non ti importa farcirlo, non c’è problema).
Ripieno opzionale. A me piace l’idea di farcirla con del cioccolato bianco, per alzare un po’ i grassi di un dolce troppo formato da carboidrati. Ne basta una tavoletta da appena un etto, ma con due tavolette magari viene meglio. Spezza la tavoletta in tanti pezzi, magari seguendo i quadratini originali.
Versa metà dell’impasto nella tortiera. Disponi il cioccolato bianco al centro, non troppo vicino ai bordi interni o esterni. Copri con l’altra metà dell’impasto. Finito? No.
Ora arrivano le amarene. Con 100 grammi di amarene dovresti averne a sufficienza per realizzare due giri di amarene in cima all’impasto. Sopra tutto questo versa un po’ di zucchero di canna bello scuro. Basta spargerlo a mano a spizzichi, come fosse sale. Darà una nota caramellata nel sapore e nel profumo e una consistenza più croccante alla cima del dolce.
Nel mio piccolo forno non ventilato sono bastati 1 ora e 20 minuti a 180 gradi. Uso, come già spiegato, la funzione di forno elettrico del mio forno a microonde visto che il mio forno a gas ventilato grosso è poco affidabile ormai.. e per motivi personali mi piace di più questo forno qui.
Il profumo di amarene è meno intenso della volta scorsa (meno amarene e meno sciroppo e liquore) e si fonde con quello, abbastanza aggressivo, delle prugne. La cannella ora si sente bene sullo sfondo. Il melone fornisce più che altro un ripieno morbido extra con sapore meno deciso, per dare una pausa dalla forza delle prugne. Il cioccolato bianco idem: si può anche evitare, ma secondo me dà quella nota diversa piacevole che rompe la monotonia di uvetta e prugne.
Ecco fatto.
Saporita. Ricca. E se si lasciano le amarene di copertura della fetta per gli ultimi morsi, si può gustare per bene senza che la loro forza copra gli altri sapori. Devo dire che che la preferisco decisamente all’altra teacake!
Tè per accompagnarla? Io andrei su qualcosa di gusto occidentale, ma con note agrumate. Non tè verdi o pu’er. Eviterei anche l’elegante Darjeeling. Secondo me i tè ideali sono Ceylon, oppure miscele di Assam e Ceylon, oppure un bel Earl Grey. Magari un Earl Grey arricchito di fiori di lavanda o di fiori d’arancio? Perché no!
Fammi sapere se la “mia” teacake ti piace e consigliami qualche nuovo dolce da provare! Se provi la mia tecake facendo una variante sarei curioso di scoprirla: nella mia prima idea al posto del cioccolato bianco c’era una ghiaccia di mascarpone, zucchero a velo e cioccolato bianco, ma poi ho deciso di rimanere sul semplice. La ghiaccia la proverò in una prossima ricetta, magari come copertura di una teacake ai fichi.
Buon tè a tutte le mie lettrici!
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Il Duca oltre a essere un fine conoscitore di storia e letteratura, vino thè nonchè gentiluomo riconosciuto è anche cuoco.
È davvero da sposare, strano che ne Zwei ne Gamberetta si siano fatti avanti.
So fare solo quattro boiate: qualche torta, un po' di biscotti, tanti tipi di hamburger (perché sono divertenti come le torte) e poco altro, tipo brasato, curry o stufato "cremoso" come piace ai giappi.
Zwei si era fatto avanti, ma all'epoca ero troppo orientato verso Gamberetta ed è rimasto deluso. Per ripicca si è finto eterosessuale e si è sposato. Lo ha fatto chiaramente per farmi ingelosire.
Vedo solo che disdegni le proteine in favore di una dose inaccettabile di zuccheri.